15 febbraio 2018
In queste settimane stiamo affrontando il tema del bilancio di previsione 2018 nelle sue varie sfaccettature. Tra queste, ho seguito in modo particolare il tema degli investimenti e delle spese relativamente alle Politiche sociali e all’Educazione.
Il bilancio di previsione 2018 delle Politiche sociali del Comune di Milano si prospetta in continuità con il l’assestato 2017 ed evidenzia un sostanziale aumento delle risorse derivanti essenzialmente da fondi statali e regionali che passano dai 71,8 milioni di euro dell’assestato 2017 agli 82,8 previsti per il 2018. A questi vanno ad aggiungersi 166,1 milioni di euro di risorse comunali per un totale di 248,9 milioni di euro.
In particolare si attestano sui 38,5 milioni di euro (di cui 6, non formalmente a Bilancio, derivanti dal reddito di inclusione per cui sono arrivate 6400 richieste a Milano) le risorse che anche quest’anno verranno stanziate per misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito: un aumento graduale ma costante dal 2009 – quando il bilancio ne prevedeva 17,6 – e che fa di Milano la città che investe di più su questi temi in Italia.
Sono circa 150mila le persone coinvolte nell’ambito delle attività messe in campo per favorire la socialità e a sostegno dei più deboli. Di queste, 40mila sono gli utenti con maggiore difficoltà presi in carico dai servizi territoriali. Circa 8mila in più rispetto all’anno precedente: aumento legato alle nuove azioni di sostegno al reddito introdotte, come la Bebè card e i Baf (buoni per le assistenti familiari). Tra le nuove misure introdotte anche quella sul “Dopo di noi” per cui sono stati previsti 2 milioni di euro per finanziare interventi per favorire l’autonomia delle persone con disabilità che si ritrovano, in seguito a un lutto, senza l’assistenza dei loro cari. Ad oggi sono 319 gli utenti potenziali che hanno presentato un progetto.
inoltre il 2018 sarà ricco di ulteriori novità: il sostegno economico ai giovani genitori quando devono procurarsi assistenza familiare improvvisa perché i figli restano a casa da scuola, un pronto intervento sociale per anziani soli nei quartieri ad edilizia privata (oggi presente nelle case popolari), la sperimentazione di infermieri di condominio nei quartieri più difficili per persone non autosufficienti.
Nel settore Educazione, invece, le entrate per i servizi sono in aumento: infatti passano da 47milioni a 70 milioni circa rispetto al 2017.
Questo è l’anno in cui si faranno anche le prime considerazioni circa l’introduzione del nuovo sistema tariffario, che ahimè ha registrato una riduzione di iscrizioni ai centri estivi di circa mille iscrizioni.
Invece, va segnalata finalmente una piccola diminuzione della morosità per il servizio di refezione scolastica che passa da 5,5 milioni a “soli” 4,9 milioni con una percentuale del 9% in meno, grazie alla decisione del Comune di vincolare l’iscrizione ai centri estivi e ai servizi di pre- e post-scuola solo a chi fosse in regola coi pagamenti dovuti. Ma è assurdo che ci siano famiglie che non paghino il servizio mensa dei propri figli!
Tuttavia, gli investimenti non mancano: tra gli obiettivi di quest’anno c’è la valorizzazione graduale dei prodotti della normativa sui Criteri Minimi Ambientali (CAM) e il progetto “Frutta a metà mattina” relativa all’educazione alimentare.