Sopralluogo della Commissione Periferie in uno dei buchi neri del Municipio 2, in via Cavezzali 11, presso l’ex residence trasformato poi in appartamenti di pochi metri quadrati, affittati quasi tutti in nero, con personale non in regola, dove si rifugiano delinquenti, spacciatori, prostitute… un mondo di degrado, sporcizia, violenza, abusivismo.
190 appartamenti distribuiti su quattro corpi, quello centrale di otto piani, e altri tre più bassi. 20 appartamenti per piano di due tipologie diverse: appartamenti di circa 16 mq (monolocale più bagno) si alternano ad appartamenti più grandi di circa 30 mq. All’ultimo piano vi sono due attici di grandi dimensioni con terrazzi.
Ma dal 2003 il palazzo è immerso nel degrado più spaventoso e pericoloso: negli appartamenti sono presenti bombole a gas che mettono a rischio l’incolumità di tutti; il settimo piano è andato a fuoco qualche anno fa ed ora l’accesso è sbarrato da una vecchia rete e da alcune assi; i tre ascensori rotti sono usati come canali di raccolta dei rifiuti; le porte delle scale di sicurezza sono sigillate da rifiuti ingombranti o bloccate da bastoni; nel locale contatore ci sono molti allacci abusivi alla corrente e fili “volanti”; i locali tecnici ai piani sono stati bruciati o vengono utilizzati come deposito rifiuti. Il cortile è utilizzato come discarica e a volte vengono incendiati i cumuli di rifiuti…
«Chissà cosa è andata a fare la commissione Periferie in via Cavezzali. È andata, tornata e non ha concluso niente, solo un tour. La situazione dell’edificio è arcinota, non c’è bisogno di andarlo a vedere, c’è bisogno di agire», queste le parole dell’ex consigliere De Corato, che così ha commentato questo mio impegno. A De Corato – che ha ricoperto il ruolo di Vice Sindaco dal 2002 al 2011, nonché quello di Assessore alla Sicurezza – dico innanzitutto che non tutti i consiglieri comunali possono vantare una così lunga e consolidata conoscenza dei buchi neri della città: un conto è sentirne parlare e leggere le notizie sui giornali, ben altra cosa è vedere la situazione di persona, salire coi propri piedi i sette piani di scale sporchi e maleodoranti, parlare con gli inquilini, entrare in punta dei piedi nel loro “appartamento” di 16 metri quadrati con un letto matrimoniale e il lettino di un bimbi di 2 anni, dove non esiste riscaldamento né acqua calda, farsi luce con la torcia del cellulare nel locale contatori e vedere il groviglio di fili che corrono lungo il muro e si intrecciano a vicenda… A questo serve il sopralluogo: a prendere coscienza della realtà, a conoscere la gente per decidere cosa fare. E a questo proposito mi chiedo come mai, se “la situazione è arcinota” e “c’è bisogno di agire”, non ha fatto nulla in tutti gli anni in cui aveva il potere e la responsabilità di farlo?
Da parte mia l’intenzione già annunciata è quella di convocare a inizio del prossimo anno una nuova commissione presso Palazzo Marino con interlocutori che possano prendere in mano la situazione e avviare un percorso di recupero, non solo per lo stabile in questione, ma per tutto il quartiere circostante che oggi è sotto scatto e vive in un clima di tensione e di paura.