17 novembre 2017
Un invito, una certa curiosità, un po’ di tempo a disposizione… ed è fatta: ci si incontra nella sede dello spazio di comunità di piazza Gasparri, in Comasina (Municipio 9), estrema periferia nord di Milano, un centro ben ristrutturato tra le case popolari, dove si lavora a tutte le ore mettendo in piedi diverse attività di coesione sociale.
Qui incontriamo Paola Brioschi e Angela Moretti, operatrici di Nove+ di cui fa parte anche Fondazione Aquilone, Tania Ballarino che si occupa dei progetti BBC e State boni (bando periferie ) e Sara Pizzetti, la responsabile dei custodi sociali nel Municipio 9. In periferia ci sono anche queste belle sorprese che rendono possibile il cambiamento!
Fondazione Aquilone onlus è un’impresa sociale nata 20 anni fa per rispondere alla solitudine di tanti anziani, alla mancanza di servizi e opportunità per chi ha disabilità e al disagio di tanti ragazzi e delle loro famiglie. Oggi Fondazione Aquilone lavora stabilmente per rendere possibili alcuni cambiamenti: innanzitutto guardando ai quartieri della città non come luoghi di problema e di disagio, ma come contesti in cui sono presenti risorse, percorsi di solidarietà, volontà di costruire comunità locali ricche di relazioni e poi valorizzando il desiderio delle persone e delle famiglie di non essere solo “utenti” dei servizi, ma cittadini protagonisti nella ricerca e nella costruzione partecipata di risposte ai bisogni di famiglie, persone anziane, ragazzi e giovani, persone con disabilità.
Fare rete per aiutare i più giovani a crescere: questo è il motivo che tiene insieme “Nove +”, un progetto che raccoglie diverse associazioni del Municipio 9, da Dergano alla Bicocca, da Isola ad Affori, da Maciachini alla Comasina, da Bovisa a Niguarda: 15 realtà, tra enti privati e pubblici (tra cui anche il Comune di Milano), che da anni lavorano per bambini, ragazzi e famiglie, il cui capofila è la Fondazione Mission Bambini onlus. Il focus è per tutti sempre lo stesso: l’educazione dei giovani perché “qui si fa il domani”.
In particolare l’attenzione all’aspetto educativo viene declinata secondo tre direttrici:
- coinvolge 1500 famiglie: la famiglia non deve mai sentirsi sola nel compito educativo. Negli spazi di comunità è possibile trovare un luogo di incontro e confronto, intercettare i bisogni del territorio e seguire corsi di italiano per riscattare l’emarginazione sociale;
- sono seguiti 3500 bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie. La rete collabora con 8 scuole del territorio e garantisce una scuola aperta, accogliente e al passo coi tempi; fornisce nuove tecnologie e offre formazione agli insegnanti per migliorare la qualità della didattica; realizza corsi di italiano per gli alunni appena arrivati, occasioni di studio assistito e laboratori artistici e sportivi; attiva sportelli per favorire il rapporto tra i genitori immigrati e la scuola;
- affianca i giovani che cercano lavoro: per contrastare l’abbandono scolastico e favorire l’occupazione giovanile, sono nati progetti innovativi per orientare verso il lavoro adolescenti con difficoltà scolastiche; inoltre coopera con commercianti, artigiani e imprese del territorio per offrire tirocini lavorativi a tanti giovani.