Nell’ambito dei lavori e delle prospettive di impegno che si propone la Commissione di studio sulle Politiche familiari, abbiamo approfondito che cosa sono i percorsi di economia civile con Ivan Vitali (fondatore e consigliere delegato della Scuola di Economia Civile) e abbiamo valutato una prospettiva concreta da avviare in via sperimentale in due Municipi della città con Luigia Caria (assessore alle Politiche familiari del Comune di Seveso).
Il paradigma economico-relazionale dell’economia civile è incentrato sulla reciprocità, sul bene comune e sulla persona che ne promuove la ricerca con efficienza ed equità.
Ispirandoci ai principi di partecipazione e di destinazione universale dei beni, s’intende promuovere la partecipazione attiva delle famiglie in circuiti economici e politici per realizzare il bene comune. Si portano avanti istanze delle famiglie e si vuole sviluppare un circuito di economia civile con il metodo della sussidiarietà circolare. In tal modo si generano percorsi di buon vicinato e mutuo auto aiuto familiare, capaci di elaborare percorsi di solidarietà tra famiglie in Gruppi Acquisto Familiari (GAF). Si realizza così un welfare sussidiario-generativo capace di suscitare energie e trasformare vincoli economici-sociali imposti in opportunità di crescita. I cittadini, infatti, con le loro scelte possono cambiare la politica e la società.
I GAF sono occasione per attivare sostegno reciproco, unendo consumo consapevole a mutuo auto aiuto. Ciò si traduce in azioni di prossimità e generazione di comunità più coese e solidali: fare la spesa insieme è un sostegno per famiglie in difficoltà, alle quali si offre percorso personalizzato di orientamento al lavoro e bilancio competenze finalizzato al reinserimento lavorativo. Le famiglie sostenute sono caratterizzate infatti dalla mancanza di reddito per aver perso il lavoro e da carichi familiari.
Il Comune di Seveso ha tentato una risposta innovativa al problema della povertà, ha cercato di avviare una nuova cultura del welfare ed è stato in grado di registrare la capacità di uscire dalla spirale dell’indigenza proprio grazie alla collaborazione tra enti no profit e servizi istituzionali, creando una rete allargata di protezione sociale. Ciò a dimostrazione del fatto che un welfare territoriale, partecipativo e generativo riesce a tenere insieme le comunità, a generare responsabilità e a costruire socialità e relazioni.
Sul piano operativo occorrono azioni di sistema e strategie di intervento che agiscano su livelli diversi per attivare le persone, intercettare finanziamenti che sgravino le casse comunali, organizzare servizi generativi di risorse, organizzare una nuova governance in grado di costruire un’alleanza attiva fra tutti i soggetti del territorio, in particolare le famiglie.
Grazie a un’alleanza tra pubblico, terzo settore e famiglie si formano forti reti di partnership in un contesto partecipativo di co-progettazione, che riesce a dare risposte ben diverse rispetto alle pur necessarie ma insufficienti politiche per riparative e/o assistenziali.

Percorsi di economia civile e una prospettiva concreta da avviare a Milano