27 settembre 2017
Sono intervenuta in settimana alla prima “Scuola di Periferie” promossa da Consulta Periferie Milano, 60 “lezioni” nel biennio 2017-19 in varie sedi: da San Siro a Niguarda, da Lambrate a Baggio, da Greco al Corvetto. Per la prima “lezione” siamo stati ospitati nella fantastica cornice di Villa Scheibler a Quarto Oggiaro, nella periferia nord-ovest di Milano.
Perché una “scuola”? Perché, anche se le periferie sono ritornate al centro dell’attenzione e della discussione pubblica, rimangono la difficoltà e anche una certa impreparazione ad affrontare un tema complesso, trattato più in maniera settoriale che nelle sue molteplici interconnessioni, con una visione sistemica.
In un simile contesto, va riconosciuta a Consulta Periferie Milano un’attività lunga ben 12 anni che ruota attorno a 35 associazioni e, anche grazie a consolidati rapporti e iniziative condivise, ad altre 150 realtà operanti nei quartieri della periferia milanese. Tutto ciò le ha permesso di maturare e sedimentare significative conoscenze metodologiche e quantitative «anche con 100 convegni e seminari di studio – evidenzia Giorgio Bacchiega, direttore del Centro Studi Periferie – nonché con varie mappature tipologiche che attualmente riportano oltre 900 enti/associazioni».
La “Scuola di Periferie” si avvale di contributi di molteplici realtà – volontariato, istituzioni, università, imprenditoria – con un calendario di 30 appuntamenti all’anno, articolato tra storia e geografia, progettazione e comunicazione, arte e musica, ma anche abitare ed organizzazione. «Con un taglio “operativo” – sottolinea Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – con specifica attenzione alla “burocrazia”, anche per individuare soluzioni a quegli intralci burocratici più volte lamentati, anche dai diversi Sindaci di Milano, ma sempre irrisolti, che di fatto ostacolano la partecipazione, rendendo frustrante l’impegno di molti». Soluzioni che, però, richiedono attenzione, impegno, insomma anche “studio” e partecipazione, affinché le proposte rispondano alle concrete esigenze dell’operare nelle periferie.
Ciò che si propone la scuola è un metodo di lavoro che guarda la periferia dalla parte delle soluzioni, cioè di chi opera attivamente per rigenerarla.
La “Scuola di Periferie” avrà una fase di avvio in quest’ultimo scorcio del 2017, di assestamento nel 2018 e di consolidamento nel 2019 (programma ed aggiornamenti su www.periferiemilano.com).
La prima lezione ha avuto come tema “Riempiamo i vuoti” e sono intervenuta con Angelo Dani (Vicepresidente Municipio 8), Aaron Paradiso (Associazione Vill@perta), Pino Lopez (Vivere Insieme la Periferia), Pierluigi Maruca (Associazione Parco Certosa), Giorgio Bacchiega (Centro Studi Periferie), Walter Cherubini (Consulta Periferie Milano).
Per “vuoto urbano” si intendono spazi con edifici o singole strutture che hanno perso la loro funzione produttiva originaria e che sono in attesa di un riuso, spazi privi di funzioni, di nuove opportunità di sviluppo a partire proprio dal riuso dei vuoti urbani.
A Milano sono censiti nel 2016 oltre 260 edifici abbandonati, dismessi, mai completati, falliti, mai neppure abitati. Si tratta di insediamenti “congelati” in attesa dell’iter burocratico che ne autorizzi il cambio d’uso, la trasformazione, la messa in sicurezza… Luoghi in realtà consegnati al degrado e spesso oggetto di occupazioni.
Ma ci sono anche spazi vuoti: piazze, giardini, strade abbandonati a sé stessi, non più frequentati e dunque luoghi di degrado, di solitudine, di pericolo.
Riempire un vuoto urbano si può innanzitutto con attività culturali, strumento di coesione sociale, in grado di creare le condizioni per riappropriarsi degli spazi urbani, sentirli propri e trasformarli in possibili spazi del confronto, del dialogo e dell’interazione tra attori socialmente distanti fra loro e innescare così un processo di rinnovamento che fa bene alla città e ai suoi abitanti.
L’appropriazione di tali aree attraverso azioni culturali può essere vista come una forma possibile di rivitalizzazione di questi spazi che, non solo recuperano il proprio senso di luogo dell’incontro della vita pubblica, ma innanzitutto si trasformano in ambienti che riflettono una nuova immagine identitaria per la città o il quartiere; come dimostra l’esperienza della riqualificazione di Piazza Rimembranze di Lambrate, riqualificata grazie all’impegno in prima linea del comitato di cittadini che l’hanno fortemente voluta!
C’è un diritto alla città di cui il cittadino/attore si deve riappropriare, sentendosi parte di questa con la potenzialità di poterla rinnovare, generando la possibilità di vivere nuovi (o vecchi) spazi della città che fino a quel momento non erano sentiti come sicuri o vivibili.
È qui che l’Amministrazione deve stringere patti con la cittadinanza, alleanze che possano trasformare i “vuoti a perdere” in “vuoti a rendere”. In questo percorso aiuta anche la possibilità di accedere a bandi e concorsi e avvalersi dei contributi elargiti.
Il calendario della “Scuola di Periferie”
(aggiornato al 26.9.2017 – info: www.periferiemilano.com)
Mercoledì 27 settembre 2017 – ore 21
Villa Scheibler – Via Orsini 21 (Quarto Oggiaro-Vialba)
[Organizzazione] – Riempiamo i “vuoti” -1
Sabato 14 Ottobre 2017 – ore 10.30
Biblioteca Harar – Via Albenga 2 (San Siro)
[Storia] – Da Quarto Cagnino a Quinto Romano
Mercoledì 18 ottobre 2017 – ore 21
Villa Scheibler – Via Orsini 21 (Quarto Oggiaro-Vialba)
[Organizzazione] – Riempiamo i “vuoti” -2
Sabato 25 novembre 2017 – ore 10.30
Biblioteca Harar – Via Albenga 2 (San Siro)
[Storia] – Il “millennio” di Figino e Trenno