14 settembre 2017
Sono ripresi in settimana anche i lavori della Commissione speciale dedicata allo studio di nuovi percorsi di politiche familiari. In particolare, assieme alla Commissione Politiche sociali e Pari opportunità, è stato affrontato il tema degli interventi messi in atto dal Comune a favore dei genitori separati.
Tema urgente questo, considerato che il 29% delle famiglie milanesi è monogenitoriale e che le famiglie composte da madri sole sono il 15,6%, per un totale di circa 50.000 (di cui circa 20.000 con figli minori) e quelle con padri soli nella medesima situazione sono 2,9%.
Le traiettorie biografiche sono spesso tortuose, spesso temporanee, e ciò rende lo stare in famiglia un’esperienza che può scomporsi e ricomporsi più e più volte, ma in questo quadro incerto la parte più debole ed esposta sono i figli, soprattutto quando ancora minori.
Sulla base delle vigenti disposizioni di legge, il Comune interviene a favore dei genitori, con competenze obbligatorie esercitate in relazione ai figli di minori di età, derivanti principalmente dalla Carta Internazionale dei Diritti del Fanciullo, dagli articoli 330, 333, 336 e 403 del Codice Civile e dalla Legge 149/2001 sui diritti del minore. In tutte le fasi del percorso è chiaramente messo al centro il diritto del minore e il sostegno indirizzato al suo benessere in questo periodo critico della separazione.
All’interno del Comune è stata creata l’Area Territorialità che risponde alle esigenze dei genitori e dei loro figli con Servizi Sociali Professionali Territoriali presenti in ogni Municipio e con Servizi Specialistici Centrali, tipo l’Associazione Ge.A Genitori Ancora (cosa è il Centro GeA “Irene Bernardini”), il Servizio Spazio Neutro (cosa è Spazio Neutro), il Servizio Specialistico per Famiglie ad alta conflittualità di nuova apertura nell’ottobre 2017 e il Gruppo Indagini Centrale.
I servizi offrono colloqui, incontri e specifica progettazione al fine di:
- identificare le difficoltà e concordare con gli interessati percorsi di gestione dei problemi, tenuto conto delle caratteristiche della famiglia e del suo contesto di vita;
- costruire con bambini/e, ragazzi/e e la loro famiglia, progetti di sostegno specifici individuali e/o di gruppo in area sociale, educativa, assistenziale o psico-sociale, anche su incarico dell’Autorità Giudiziaria (TO,TM e Procure);
- dare informazioni e orientamento su servizi/interventi/prestazioni ad accesso diretto pubblici e/o privati o del privato sociale presenti in città;
- predisporre la domanda necessaria per accedere alle risorse in convenzione, accreditate o comunque messe in atto da altre Aree e Direzioni, più appropriate (ad es. accesso a sistema educativo-scolastico, ricreativo ecc.);
- attivare e verificare periodicamente gli esiti, con gli interessati, degli interventi di sostegno, sollievo o protezione (richiesti o prescritti dall’AG) quali ad es.
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- sostegno educativo e/o assistenziale al domicilio
- sostegno al reddito familiare o interventi mirati per tematiche
- accoglienza in centri, strutture educative, ricreative diurne
- accoglienza in strutture residenziali
- accoglienza familiare diurna o a tempo pieno
- sostegno alle responsabilità genitoriali
Nel corso dell’anno 2016 i percorsi di intervento sono stati 8.862, in parte avviati su richiesta spontanea, in parte maggior prescritti dall’Autorità Giudiziaria.
A seguito del percorso di incontro tra professionisti e utente (genitori e figli), è stato possibile riportare al Magistrato che nel 40% delle situazioni i genitori e i figli si sono resi più consapevoli delle loro fragilità/difficoltà, ma soprattutto hanno imparato e richiedere aiuto spontaneamente, senza bisogno di ordini e prescrizioni dalla Autorità Giudiziaria. Credo che questo passaggio sia determinante perché il punto debole è spesso rappresentato dal senso di autosufficienza o dalla paura/vergogna a lanciare un grido di aiuto che invece potrebbe salvare una situazione compromessa.
Evidentemente ogni storia personale e familiare è un mondo a sé, ma indicativamente i servizi messi in atto riescono a produrre effetti nell’arco di due anni, il che si concretizza nella capacità di restituire la responsabilità piena ai genitori che purtroppo in questa fase disorientante sfruttano i figli come arma di ricatto o di attacco contro il partner.
Altri interventi per genitori separati sono:
- Progetto: «Una casa per padri separati in situazione d’emergenza abitativa»: con la finalità di superare la fase emergenziale e ritrovare una propria organizzazione autonoma, il progetto mette a disposizione due appartamenti assegnati all’Associazione «Papà Separati Lombardia» (nel Municipio 3) e una villetta a schiera con sette posti disponibili in condivisione assegnata alla Soc. Coop. La Strada (nel Municipio 5).
- Residenza Sociale Temporanea: posti letto offerti a persone in situazione di temporanea e imprevista emergenza abitativa. Attualmente ospitate 69 madri con figli e 2 padri con figli (non necessariamente a seguito di separazione).
- Unità d’offerta «genitore/bambini»: nell’ambito del nuovo sistema di accreditamento delle strutture residenziali per minori è stata prevista una Unità d’Offerta sperimentale destinata ad accogliere, con standard predefiniti, genitori con bambini.
Resta da indagare meglio quali sono le risorse – di tempo, di sostegno e materiali – per le forme di famiglia numericamente rilevanti che apparentemente possono costituire sacche di fragilità, pensiamo per esempio ai genitori soli, con un’occupazione fuori casa e magari più di un figlio. Certo è che le famiglie monogenitoriali con figli minori avrebbero bisogno di politiche ad hoc, anche alla luce del fatto che queste situazioni di fatto spesso producono nuove povertà ed emarginazione.