13 luglio 2017
Uno dei primi impegni di Sala fu proprio quello di ripartire dagli scali ferroviari, una superficie di oltre 1.250.000 mq di aree dismesse che in molti punti divide la città e sulla quale si dibatteva da 15 anni! E dopo un anno di lavoro, molte commissioni, incontri pubblici, workshop aperti ai cittadini, dibattiti dentro e fuori il palazzo del Comune, ce l’abbiamo fatta: il Consiglio Comunale ha approvato con 34 voti favorevoli, 4 contrari e nessun astenuto la delibera che ratifica l’accordo di programma tra Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato Italiane con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani e Savills Investment Management Sgr (proprietaria di una porzione di area all’interno dello scalo Farini). La Lega è uscita dall’aula.
Verde, investimenti per la Circle Line e housing sociale i punti chiave dell’accordo.
«È un momento storico per la città di Milano – le parole dell’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran –. Dopo decenni di discussioni finalmente possiamo avviare il grande piano di rigenerazione e ricucitura urbana che la città aspetta da molto tempo. Ringrazio il Consiglio Comunale che in questi mesi ha contribuito a individuare gli obiettivi qualificanti dell’accordo. Da qui al 2030 vedremo nascere nuovi quartieri verdi, sostenibili, dotati di servizi e alloggi adeguati, sottraendo al degrado oltre 1.250.000 mq di aree ed eliminando le cesure tra centro e periferia».
L’Accordo prevede di destinare almeno il 65% della superficie territoriale totale, pari a oltre 675mila m², ad aree verdi e spazi pubblici, oltre alla realizzazione di circa 200mila m² di connessioni ecologiche lungo i binari ferroviari. Tutti gli scali dovranno avere almeno il 50% delle aree a verde. Allo Scalo Farini nascerà il terzo parco più esteso della città e a San Cristoforo un’oasi naturalistica di 140mila m² (pari al 100% della superficie totale dello scalo).
Per quanto riguarda la Circle Line, ammontano a 97 milioni di euro gli investimenti finalizzati alla costruzione delle stazioni – Tibaldi, Romana, Dergano (previo studio di fattibilità) e Stephenson – e all’adeguamento di quelle esistenti.
L’Accordo prevede un indice di edificabilità medio dello 0,65. Almeno il 30% (di cui 40% in locazione) del costruito sarà destinato ad housing sociale (23%, compresi circa 370 alloggi a canone sociale) ed edilizia convenzionata ordinaria (7%), mentre il 32% delle volumetrie complessive saranno destinate a funzioni non residenziali. La quota massima prevista per la realizzazione di edilizia residenziale libera è limitata al 38% dell’edificabile.
L’Accordo delinea inoltre vocazioni funzionali per i singoli scali: oltre all’oasi naturalistica a San Cristoforo, si prevedono funzioni legate alla moda e al design a Porta Genova, un grande parco unitario a Farini, che potrà ospitare anche funzioni pubbliche, attività connesse al mondo universitario a Lambrate e Greco, attività di natura culturale e connesse al distretto dell’agricoltura innovativa a Porta Romana.
Gli investimenti legati all’urbanizzazione delle aree ammontano a 214 milioni di euro: 133 milioni sono gli oneri di urbanizzazione stimati, 81 milioni gli extraoneri destinati alla realizzazione di opere di accessibilità e riconnessione delle aree.
Gli operatori dovranno sviluppare concorsi aperti in due gradi per i masterplan di Farini, Romana e Genova, oltre che per i parchi, gli spazi pubblici e gli edifici pubblici più rilevanti su tutte le aree. Le procedure concorsuali per il masterplan dello scalo Farini saranno avviate nei primi sei mesi dall’approvazione dell’Accordo.