26 maggio 2017
Il modello di accoglienza sta cambiando: dalla prima accoglienza nei centri di emergenza (oggi chiamati CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria) si passa a un percorso personalizzato di integrazione. Il “Modello Milano”, cui ha fatto riferimento il patto con 76 sindaci della Città metropolitana, fa un importante passo avanti con la richiesta al Viminale di mille posti nell’ambito del progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che garantirà, a quanti hanno già ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiati, di uscire dal sistema di accoglienza straordinaria ed entrare pienamente, e secondo quanto stabilito dalla legge, in un percorso di realizzazione della propria autonomia.
I migranti da inserire nel progetto SPRAR saranno individuati anche tra quelli attualmente ospitati nei CAS cittadini, riducendo così la presenza nelle strutture e nei quartieri. A questi si uniranno anche 150 posti, per i quali l’Amministrazione ha presentato progetto, da destinare all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. L’obiettivo è quindi quello di indicare una strada che vada anche al di là di Milano: trasformare il più possibile l’accoglienza nei grandi centri in percorsi in luoghi più appropriati e diffusi attraverso il progetto SPRAR.
Al momento a Milano sono attivi 422 posti SPRAR gestiti da Farsi prossimo, vincitore del precedente bando, e sta inoltre andando avanti il progetto di coinvolgimento delle famiglie milanesi: sono oltre 50 quelle a cui si fa riferimento per una sperimentazione che prosegue.
Oggi la Giunta ha approvato le linee guida per la gara ad evidenza pubblica, in ambito comunitario, per l’assegnazione dei servizi di accoglienza in strutture messe a disposizione degli enti e nella disponibilità della Amministrazione comunale. La spesa complessiva prevista è di 11,6 milioni di euro, finanziati dal Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo (FNPA) nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati per una durata complessiva di 28 mesi (dal 1 settembre 2017 al 31 dicembre 2019).
La gara porterà al reperimento di 401 posti letto per adulti (donne e uomini) tra cui una quota destinati a persone con fragilità psichica, che consentiranno la prosecuzione del servizio già esistente. Successivamente, secondo quanto stabilito dalla nuova procedura di partecipazione al progetto SPRAR (Decreto Ministero Interno numero 200 del 10 agosto 2016), l’Amministrazione presenterà domanda al Ministero dell’Interno per ulteriori 600 posti con l’obiettivo di raggiungere entro la fine del 2017 il numero di 1.000.
L’inserimento nel progetto SPRAR garantisce al titolare di protezione internazionale e umanitaria accoglienza integrata e assistenza e comprende alcuni servizi minimi obbligatori:
- vitto e alloggio;
- corsi di lingua italiana;
- mediazione linguistico culturale;
- formazione e riqualificazione professionale;
- orientamento e accesso ai servizi del territorio;
- orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo;
- orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo;
- orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale;
- tutela legale;
tutela socio-psico-sanitaria.